Le Storie di Poggio del Molino

Nel II secolo a.C. il settore settentrionale del promontorio fu occupato da una fortezza posto a controllo e difesa del territorio contro gli attacchi dei pirati. Alla fine del I secolo a.C. l’edificio fu trasformato in una fattoria con annessa cetaria, la manifattura per la produzione della salsa di pesce (garum), allestita con vasche per la salagione del pesce. Nella seconda metà del II secolo, dopo una profonda ristrutturazione, l’edificio prese i caratteri di una villa marittima. Con un grande giardino centrale sul quale si affacciavano il quartiere residenziale e termale di cui si conservano i bellissimi pavimenti a mosaico.

STORIA 1

Il Castellum militare

È il II secolo a.C. e la città di Populonia sotto il dominio di Roma da oltre un secolo. Sul pianoro affacciato sul canale che collegava il mare con il lago di Rimigliano, i Romani di Populonia decidono di costruire un fortilizio che evidenzi il controllo politico di Roma sul territorio di Populonia, ma soprattutto che difenda questo punto strategico di comunicazione tra il Mar Tirreno e il ricco entroterra.

Il forte si presentava di forma quadrangolare con spessi muri perimetrali, torri difensive sulle porte di accesso e una torre d’avvistamento, rivolta verso Populonia, a controllare l’entroterra. All’interno, un grande cortile circondato da portici e chiuso a nord da un edificio. Il ritrovamento di due blocchi di macigno con le iscrizioni p(edes) 188 e p(edes) 191 ci dice quali fossero le dimensioni del forte: lati di 55,65 e 56,54 metri e un’area interna di oltre 3.000 mq.

Il castellum fu costruito come avamposto per difendere il territorio dagli attacchi dei pirati che tra II e I secolo a.C. infestavano i mari e le coste tirreniche e di tutto il Mediterraneo, una storia narrata dalle fonti antiche.

STORIA 2

La fattoria con cetaria di Caio Caecina Largo

Venuto meno il pericolo costituito dai pirati, sul finire del I secolo a.C., il forte perde la sua funzione difensiva e viene trasformato in villa rustica, una vera e propria fattoria con un settore artigianale adibito alla produzione della salsa di pesce. Riteniamo di avere individuato i proprietari della fattoria: la famiglia Caecina, di origini etrusche di Volterra, che faceva gestire la struttura da uno schiavo.

Il quartiere di abitazione viene ricavato nell’angolo sudoccidentale del forte, dove si trovava il portico a pilastri. Mentre la cetaria, ossia lo stabilimento in cui venivano prodotti garum e salsamenta (salse di pesce ottenute con procedimenti differenti), è impiantato nella porzione nordorientale dell’insediamento.

L’impianto produttivo, non ancora interamente messo in luce, era delimitato da un muro appartenente alla vecchia fortezza. Al suo interno sono state individuate oltre dieci vasche. Alcune hanno forma quadrata di circa 2 m per lato mentre altre presentano pianta rettangolare e dimensioni maggiori. Tutte con l’interno rivestito di fine malta idraulica (cocciopesto) e una depressione circolare per raccogliere lo sporco al centro del pavimento. Due vasche rettangolari, più grandi e con diverso rivestimento, erano forse destinate allo stoccaggio dell’acqua e del sale.

In età augustea, l’abitato di Poggio del Molino doveva apparire agli occhi dello storico greco Strabone come un grosso insediamento isolato, che lui stesso definisce katoikìa, secondo un modello insediativo che si afferma in questo territorio nel I secolo d.C.

La scelta di realizzare un impianto produttivo sul Poggio del Molino era favorita, oltre che dall’esistenza di un edificio da riconvertire, dalla vicinanza al Lago di Rimigliano, dal quale approvvigionarsi di sale e pesce d’allevamento, e dalla presenza di un approdo, necessario alla commercializzazione delle salse lungo le rotte tirreniche.

STORIA 3

La produzione del garum cessa a Poggio del Molino nella seconda metà del I secolo d.C. e intorno alla metà del II secolo l’intero edificio viene radicalmente ristrutturato in una villa marittima con vista mozzafiato.

Attorno ad un ampio peristilio centrale sono a sud-ovest il quartiere residenziale, a nord-est il complesso termale e a sud-est il quartiere domestico-servile. La villa è ancora delimitata dal muro perimetrale del forte tardo repubblicano, di cui anche le antiche porte di accesso restano in uso (un po’ come ai giorni nostri abitare in un castello modernamente ristrutturato).

L’ingresso occidentale immetteva nella parte residenziale e termale, mentre quello orientale nel quartiere domestico e sul retro delle terme. Gli scavi in corso mostrano come all’esterno del muro perimetrale, nel settore sud-est, era un portico di cui restano, al momento, i pilastri di mattoni.